http://archiviostorico.corriere.it/2012/settembre/26/Gforex_crac_dei_cambi_tesoro_co_9_120926057.shtml
Gforex, il crac dei cambi Il tesoro scomparso a Dubai
L' inchiesta L' inchiesta della Procura di Milano: l' accusa di
bancarotta. Tra i truffati ci sarebbero anche esponenti della
criminalità Arrestato Di Fonzo, ricercato il socio pachistano Riaz
MILANO - Il copione secondo la Procura di Milano era quello di
«Prendi i soldi e scappa». Uno dei due, Mahmood Riaz, per ora c' è
riuscito. Per l' altro, Claudio Di Fonzo, sono scattate nei giorni
scorsi le manette del comando provinciale milanese della Guardia di
Finanza. La vicenda della Gforex e dei suoi resistibili rapporti con la
Gtl Trading di Riaz - una Dubai connection che ha causato un buco da 26
milioni di euro ai danni di 400 risparmiatori italiani - era stata
denunciata dal Corriere già nel dicembre scorso. «Le indagini - hanno
fatto sapere le Fiamme gialle - hanno permesso di ricostruire un
articolato meccanismo fraudolento, finalizzato alla raccolta del
risparmio da numerosi clienti, collocati su tutto il territorio
nazionale, attraverso la sottoscrizione di contratti di gestione in
cambi e il conseguente conferimento delle somme di denaro da investire
nel mercato dello scambio valute». La classica girandola passata dalla
Svizzera, rimbalzata a Dubai e finita in un buco nero senza ritorno
quale il conto presso la First International Carribean Bank di una
società delle Virgin Islands. Una vera e propria Dubai connection. I due
principali attori della vicenda, comunque, dopo quasi un anno vissuto
navigando a vista, avevano iniziato a subodorare puzza di bruciato,
questa volta a loro spese. Di Fonzo, 42 anni, un ex marketing specialist
della Popolare di Lodi che nel 2007 aveva deciso di mettersi in proprio
con la Gforex, aveva rilasciato un' intervista meno di un mese fa a
economiaweb.it. Il contenuto? «Riaz si è appropriato indebitamente del
denaro» e anche lui, Di Fonzo, altro non è che «una vittima». Non solo:
scendendo in campo in propria difesa nei blog e nei forum animati dai
400 risparmiatori della Gforex messa in liquidazione il 9 giugno 2011,
Di Fonzo aveva accusato Riaz di aver perpetrato una truffa simile ai
danni di 700 suoi connazionali pakistani. Di questo e di altro ora dovrà
parlarne con la magistratura. Da parte sua Riaz, attraverso il suo
difensore italiano, aveva girato uguali accuse all' ex socio: «Il mio
cliente crede che Gforex avesse fornito falsi documenti ai propri
investitori commettendo una frode». Sempre tramite l' avvocato, Riaz
aveva fatto poche settimane fa una richiesta alla Procura di un 335
(certificato di indagine preliminare) per sapere cosa bollisse in
pentola. Peraltro in questi mesi non sembra essere rimasto con le mani
in mano: dai nostri ultimi articoli Riaz ha riattivato il sito
www.gtltrading.com di Dubai rendendolo più cool ed attrattivo anche se
negli Emirati non può sostanzialmente più operare per la mancanza di
certificati idonei. In questo momento, dopo il nulla di fatto delle
indagini a Dubai, risulta operare in Australia. La Guardia di finanza
dovrà eseguire l' ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi
confronti, anche se è difficile pensare che il fondatore della Gtl
Trading possa pensare di fare un viaggio nel Belpaese di questi tempi.
Meno che mai che sia disposto a venire a spiegare di persona come
sarebbero andati i fatti. Ciò che rimane è solo la cronistoria di un
incubo iniziato per i 400 spericolati risparmiatori una sera del maggio
2011 con un' email di Di Fonzo per metterli al corrente «dell'
improvviso e grave inadempimento della controparte di riferimento Global
Tradewaves Ltd». Da quel momento in poi ci sarà una sola certezza: dei
26 milioni di euro, affidati alla Gtl per lucrare guadagni a due cifre
addirittura garantiti dai primi prodotti giocando con un fantomatico
algoritmo che permetterebbe di spremere soldi dai cambi, non c' è
traccia. Per la procura il denaro veniva dirottato sulle piattaforme di
trading di Riaz per poi essere distratto «a vantaggio di ambedue i
soci». Tanto che per adesso l' accusa è «solo» di bancarotta fraudolenta
ma non di truffa. Mistero nel mistero: come mai dei 400 investitori
solo 2-3 avrebbero sporto denuncia? In Procura c' è chi sospetta che tra
i truffati ci possa essere qualche esponente della criminalità. Il che
ci lascia con un interessante quesito: il criminale truffato ha eguali
diritti? E un ulteriore dubbio: non si può tralasciare l' ipotesi che si
tratti in parte di denaro da riciclare. Siamo solo agli inizi.
msideri@corriere.it RIPRODUZIONE RISERVATA **** Sul «Corriere» La
vicenda della GForex e la scomparsa dei 26 milioni di euro appartenenti a
400 investitori italiani erano stati oggetto di un' inchiesta del
Corriere della Sera (nel riquadro la pagina del primo articolo) uscita a
partire dal 9 dicembre del 2011. I rapporti tra Claudio Di Fonzo e
Mahmood Riaz sono finiti in Procura e nei giorni scorsi sono scattate le
manette per il gestore italiano. L' accusa anche per Riaz (che però non
è in territorio italiano) è bancarotta fraudolenta
Sideri Massimo
Nessun commento:
Posta un commento
Gforex,Gtl Trading,Mahmood Riaz,Alessandro Spinardi,Claudio Di Fonzo,una truffa da 26 milioni di euro