lunedì 4 novembre 2013

GTL Trading dmcc website is gone:R.I.P.

Ormai non c'è più alcun dubbio:il sito web della famigerata Gtl,è andato, come del resto segnalato a suo tempo anche su FPA nel thread dedicato.Una pagina vuota e priva di contenuti che ormai sta lì a vagare persa nel web.Uno specchietto per allodole,solo perchè i truffatori che agiscono dietro tale sigla per motivi facilmente intuibili,vogliono diffondere l'idea di un broker ancora in piena attività.
Nessun link che permetta di scaricare una piatta di trading,nessun form per chi volesse aprire un account o una demo,ammesso che ci sia  ancora in giro qualche sprovveduto che abbia la sciagurata e masochistica idea di aprirne uno.
In pratica,viene aggiornato solo una volta l'anno per inviare a tutti i "clienti" l'augurio di un prospero anno nuovo.Cosa che per i creditori di Gforex ,Gtl Tradeup e Capricorn fund, suona peraltro come un'atroce beffa..
Del resto,lo stesso Riaz ha detto recentemente al meeting dei creditori della defunta Gtl Tradeup che anche Gtl Trading dmcc sarà presto messa in liquidazione,come si conviene del resto per tutte le società fraudolente del  faccendiere pakistano.

Tra l'altro,contrariamente a quanto viene affermato sul sito,la Gtl non è più neanche autorizzata ad operare sul CME dal dicembre del 2011.    http://www.cmegroup.com/ 
Ora,il fatto che la Gtltrading non possa accedere al Chicago Mercantile Exchange,ovvero il più importante mercato mondiale di negoziazione dei futures,la dice lunga sulla credibilità di questo pseudo broker da strapazzo.
 



Cos'è accaduto? E' assai probabile che le voci secondo cui la Gtl Trading dmcc non sia in possesso di regolari licenze di brokeraggio negli Emirati,siano fondate e pertanto Mahmood Riaz manterrebbe a Dubai una società di comodo che funga da collettore dei proventi derivanti dalle sue reiterate truffe,in pratica un mero ufficio di rappresentanza,da cui dirigere e coordinare,insieme alla sua seconda o terza moglie filippina,Leila Campana, i suoi sporchi affari in giro per il mondo.Il pakistano e i suoi associati hanno infatti spostato buona parte del loro "business" altrove,in particolare in Nuova Zelanda che,a causa delle sua normativa molto lassista per quanto riguarda la concessione di licenze finanziarie,sta diventando un nuovo eden per le truffe finanziarie.