domenica 5 agosto 2012

Gtl trading e Mahmood Riaz - Storia di una truffa



http://www.forexpeacearmy.com/forex-forum/scam-alerts-folder/17984-gtl-trading-dmcc.html

Claudio di Fonzo e la sua versione dei fatti



http://www.economiaweb.it/di-fonzo-le-mie-colpe-su-gforex/
                            

Di Fonzo: «Le mie colpe su Gforex»

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Il fondatore della società fallita nel 2011: «Ho sbagliato a rivolgermi a Gtl».
Ammette di aver fatto molti errori, ma assicura di averli compiuti sempre  in piena buona fede e senza alcuna volontà fraudolenta. Così Claudio Di Fonzo, 42 anni, in questa intervista a Economiaweb.it replica alle molte accuse rivoltegli dagli ex-clienti di Gforex, la società da lui fondata e finita in bancarotta nel 2011, mandando in fumo una somma di circa 26milioni di euro appartenenti a 400 risparmiatori di tutta Italia.
Per Di Fonzo, quasi tutte le responsabilità in questa vicenda vanno imputate al suo ex-partner di Dubai: Mahmood Riaz, proprietario di Gtl Trading, una piattaforma per la negoziazione delle valute attraverso la quale il denaro dei clienti di Gforex è sparito dal giorno alla notte. (LA VICENDA GFOREX)
DOMANDA: Insomma, dottor Di Fonzo, tutta la colpa è di Riaz?
RISPOSTA: Gtl Trading si è impossessata di soldi che non erano di sua proprietà  ma appartenevano ai clienti di GForex. Erano somme di denaro segregate, come previsto da un contratto firmato nel 2009 dallo stesso Riaz. In altre parole, la nostra società è stata vittima di un’appropriazione indebita.
D: Lei davvero ritiene di non avere proprio nulla da rimproverarsi?
R: Non ho mai detto questo e ho sempre fatto autocritica sugli sviluppi che la vicenda di Gforex ha avuto. Purtroppo, però,  gli errori si riconoscono sempre dopo averli commessi. L’unica cosa che si può fare, in questi casi, è tentare di trovare un rimedio come ho fatto io, che sono stato il primo a denunciare Riaz per la sua condotta.
D: Quali errori ha commesso, di preciso?
R: Quello di essermi rivolto a una controparte poco affidabile come la Gtl Trading.
D: Come ha conosciuto Riaz e perché ha deciso di mettersi in affari con lui?
R: La Gtl Trading è stata selezionata dai miei gestori tra alcune società che, nel 2008, offrivano  buone condizioni commerciali e sembravano in grado di soddisfare le nostre esigenze. Di sicuro, l’immagine professionale di  Riaz  e i bilanci delle  sue aziende davano l’impressione che Gtl Trading fosse una realtà imprenditoriale molto solida. In quel periodo, non c’erano assolutamente  informazioni, dati  o semplici indiscrezioni che potessero creare per noi campanello d’allarme.
D: Veramente, in Italia c’è chi dice il contrario, cioè che fondatore di Gtl Trading fosse già da anni un personaggio molto discusso,  coinvolto in diverse vicende giudiziarie. Non è così?
R: Assolutamente no. Chi afferma queste cose, le dice soltanto oggi, dopo che  molte informazioni su Riaz sono finalmente venute a galla. Quando l’ho conosciuto io, il fondatore di Gtl Trading era un professionista stimato. Anche oggi, nonostante tutte le vicende che vedono protagonista,  Riaz gode di raccomandazioni esplicite da parte di professionisti di rilievo nel settore finanziario, attraverso pagine del social network Linkedin.
D: Ma c’era proprio bisogno di rivolgersi a un broker con sede a Dubai?
R: Su questo punto vorrei fare un po’ di chiarezza, viste le castronerie e le imprecisioni che ho letto in alcuni articoli di giornale. Noi non abbiamo operato direttamente con una società di Dubai. Ci siamo rivolti alla filiale svizzera del gruppo di Riaz. Si dice spesso che gli intermediari finanziari attivi nella Repubblica Elvetica sono soggetti a controlli rigidi e di rado possono mettere in atto operazioni fraudolente o scorrette. Evidentemente, le cose non stanno così. Ma vorrei aggiungere un altro particolare.
D: Quale?
R: La Gtl trading si appoggiava a gruppi bancari di primaria importanza come la sede di Ginevra della Hsbc che, a quanto pare, non si è accorta di nulla.
D: Quando  sono iniziate le prime “ruggini” tra lei il fondatore di Gtl Trading?
R: I primi attriti ci sono stati nell’anno 2010, ma la rottura definitiva di qualsiasi rapporto è avvenuta solamente nell’aprile del 2011, quando abbiamo constatato che Gforex non poteva ormai effettuare alcuna mediazione o trovare un accordo con la Gtl Trading.
D: Perché, allora, nel 2010 lei ha deciso di costituire una società lussemburghese per la gestione di un hedge fund, in cui Riaz figurava tra i soci promotori?
R: Innanzitutto, vorrei ricordare due cose. La mia quota nella società lussemburghese, che è nata nel febbraio del 2010,  era minoritaria e venne da me acquistata soltanto per creare delle sinergie tra questo nuovo fondo hedge e Gforex.  La  partecipazione di Riaz, invece, è stata molto breve ed è durata soltanto 3 mesi.
D: Poi, com’è andata a finire?
R: L’hedge fund lussemburghese, che era un progetto ideato già nel 2007 dai nostri gestori Alessandro Spinardi e Marco Duquette, non è mai diventato operativo. Le quote di Riaz sono state comunque rilevate dopo pochi mesi dallo stesso  Spinardi e ricollocate presso un investitore istituzionale inglese. Tutte le operazioni sono comunque avvenute nella massima trasparenza: la costituzione della società in Lussemburgo non era un fatto misterioso, ma  ben conosciuto anche da molti agenti della rete commerciale di Gforex.
D: Cosa fa adesso nella vita Claudio Di Fonzo?
R: Sono disoccupato, in attesa di trovare una nuova posizione sul mercato del lavoro.
D: Non sarà facile per lei, visto quello che è accaduto…
R: Lo so. Purtroppo anche lo scenario macroeconomico non è dei migliori  per chi sta cercando un’occupazione

http://www.economiaweb.it/gforex-le-vittime-pensano-alla-class-action/


Gforex, si pensa alla class action

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In 400 hanno perso 26 milioni. Pensano di agire contro chi ha autorizzato l'operatore.
Circa 26 milioni di euro spariti nel nulla e 400 investitori italiani truffati, per una cifra che supera in media i 60mila euro a testa. Sono questi i numeri del crack della Gforex, società specializzata nell’intermediazione sui cambi, protagonista dell’ennesimo episodio di risparmio tradito. E’ una vicenda intricata, quella di Gforex  su cui non si riesce ancora  fare chiarezza, a oltre un anno di distanza dal fallimento della società.
DA MILANO A DUBAI. Né la magistratura, che sta indagando, né le stesse vittime del raggiro sono state infatti capaci  (almeno per adesso) di venire a capo dei complessi passaggi di denaro incanalatisi su diverse piste internazionali: da Milano alla Svizzera fino agli Emirati Arabi, per finire nelle tasche di Mahmood Riaz, uno strano personaggio di origine  pakistana che vive e lavora a Dubai. E’ proprio a Riaz e alla sua Gtl trading (una piattaforma per la negoziazione delle valute) che la Gforex  ha affidato negli anni scorsi il compito di eseguire le operazioni per conto dei propri clienti, i cui soldi venivano raccolti tramite una rete di promotori finanziari e poi investiti  in diverse gestioni sul mercato dei cambi (il Forex), con differenti profili di rischio. Lo scorso anno, però, in questo complesso meccanismo qualcosa si è inceppato: nel maggio del 2011, infatti la Gforex ha fatto sapere all’improvviso a tutti i clienti che i loro soldi  erano bloccati,  per problemi  con la controparte di Dubai, cioè la Gtl di Riaz, che aveva inibito l’accesso alla  propria piattaforma, senza però restituire un euro delle somme ricevute in gestione  dall’Italia.
L’INIZIO DEL CALVARIO. Da lì in poi, per 400 risparmiatori è iniziato un vero e proprio  calvario: in pochi mesi, Gforex è stata costretta a portare i libri in tribunale e a dichiarare fallimento mentre il fondatore della società, Claudio Di Fonzo (un manager con alle spalle qualche breve esperienza nella consulenza, presso Webegg,  e come addetto al marketing alla Popolare di Lodi) si è subito dichiarato vittima anche lui di un  raggiro. Le responsabilità del crack,  a detta Di Fonzo, sarebbero infatti tutte da imputare a Riaz che, tra l’altro, oggi continua a operare indisturbato a Dubai, con attività imprenditoriali abbastanza variegate,  che spaziano dalla finanza all’agricoltura. I clienti di Gforex, però, non sono affatto intenzionati a mollare la presa: rivogliono indietro i soldi anche se le loro speranze di affievoliscono ogni giorno che passa. Dopo essersi insinuati al passivo fallimentare della società e aver presentato diverse denunce alla procura di Milano,  ora i 400 risparmiatori finiti nella rete di Riaz chiedono  risposte concrete: «Dalla magistratura non abbiamo più avuto notizie», dice un cliente della società che risiede in provincia di Agrigento, «e non sappiamo a che punto si trovi l’eventuale rogatoria internazionale avviata per chiedere il conto a Riaz».
AFFARI IN LUSSEMBURGO. Tuttavia, i 400 risparmiatori traditi esigono  risposte anche da Di Fonzo che dice di essere stato raggirato  dal titolare della Gtl Trading,  pur essendo stato suo partner in affari.
Nel 2010, infatti, Di Fonzo  ha fondato assieme allo stesso Riaz  una società a responsabilità limitata in Lussemburgo: la Equis Sarl, che ha come oggetto sociale l’acquisizione di partecipazioni tramite fondi comuni di investimento specializzati.
Inoltre, dopo aver scritto anche al ministero degli esteri e a diversi parlamentari, adesso i clienti della Gforex non escludono neppure  di avviare una class action (un’azione giudiziaria collettiva) contro le autorità di vigilanza, che non avrebbero controllato adeguatamente le attività di Di Fonzo e soci. Gforex era infatti un intermediario regolarmente autorizzato dalla Banca d’Italia  a operare nella negoziazione delle valute.



Mahmood Riaz,il Madoff arabo


GForex, il «Madoff arabo» tenta la mediazione


(m.sid.) Si è fatto improvvisamente vivo Mahmood Riaz, il faccendiere pachistano già battezzato dalla rete il «Madoff arabo» che ha pensato bene di non restituire a 400 risparmiatori italiani 26 milioni di euro. Riaz, tramite i propri avvocati di Roma, ha fatto pervenire una proposta a Giorgio Zanetti, il curatore fallimentare della GForex, la società di intermediazione immobiliare fondata da Claudio di Fonzo che aveva gli italiani come clienti. I contenuti sarebbero poverissimi: una piccola quota in cash subito e una parte del resto diluita in 4-5 anni. È probabile che la mossa non porti a nulla visto che lo stesso curatore avrebbe considerato del tutto insoddisfacente la proposta. Anche se è possibile che si possa ora aprire una fase di trattative per vedere se ci sono margini negoziali per migliorare la proposta. Non è ancora del tutto chiaro quali dovrebbero essere gli impedimenti nel pagamento della Gtl Trading, la piattaforma di brokeraggio di Riaz, dove erano confluiti gli investimenti degli italiani. Il fatto che si tratti di un affare a Dubai che riguarda peraltro una società che gode della schermatura delle Virgin Island non aiuta. Ma ad aumentare la confusione ci sarebbe anche una spaccatura all' interno del nucleo dei 400 risparmiatori. Nella trattativa sarebbe infatti spuntata fuori un' altra società, la Maximum Group che a sua volta usava la GForex. E questo ramo avrebbe invece intenzione di trattare con Riaz. RIPRODUZIONE RISERVATA
http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/10/GForex_Madoff_arabo_tenta_mediazione_co_9_111210057.shtml
http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/17/Crac_Gforex_accuse_incrociate_tra_co_9_111217074.shtml

Crac Gforex, le accuse incrociate tra gli ex partner

Il passivo I 26 milioni dei 400 risparmiatori italiani


MILANO - Si stringe il cerchio intorno alla Gforex, la società italiana di Claudio Di Fonzo finita sotto la lente della Procura dopo il fallimento. Il curatore Giorgio Zanetti considera insoddisfacente l' offerta arrivata da Mahmood Riaz, amministratore delegato della Gtl Trading di Dubai. Ma di nuovo ci sarebbe che - diversamente da quanto dichiarato da Di Fonzo nella comunicazione dello scorso marzo ai 400 risparmiatori italiani creditori di circa 26 milioni di euro - le difficoltà della società sarebbero precedenti al 2011. È l' accusa di Riaz giunta attraverso i suoi avvocati. E, dunque, tutta da vagliare sia da Zanetti che dalla Procura. Secondo Riaz, infatti, un accordo di finanziamento tra lui e Di Fonzo (i due, oltre al rapporto tra la Gforex e la Gtl Bvi delle Isole Virgin, erano soci in una terza società lussemburghese) sarebbe stato tentato già nel corso del 2010. La Gtl Bvi era infatti incorsa in ingenti perdite già con la crisi dei titoli tossici del 2008. Rimane inoltre tutto da scoprire il ruolo e l' impatto della Crown Forex, una società basata in Svizzera finita in bancarotta nel corso del 2009. Potrebbe essere questo l' evento che avrebbe ipotecato senza più speranze il risparmio dei 400 italiani che proprio in questi giorni hanno presentato l' insinuazione al passivo della società. La Gforex operava con due differenti linee di gestione. La No-Risk Opportunity (in sostanza un ossimoro) che girava ai clienti rendimenti iniziali anche a due cifre e la First Class con rendimenti più bassi ma comunque notevolmente sopra alle normali remunerazioni di mercato. Maximum Group, promotrice dei prodotti Gforex, sta facendo da tramite tra alcuni ex investitori della società di Di Fonzo e le parti nell' auspicio che l' unica trattativa in corso gestita da Zanetti possa avere esito positivo. Le probabilità, ad oggi, appaiono purtroppo scarse. Massimo Sideri msideri@corriere.it RIPRODUZIONE RISERVATA
Sideri Massimo


la truffa Gforex-Gtl trading dmcc

 

26 milioni per 400 italiani

L' ipotesi di truffa della Gtl e il fallimento di GForex a Milano La denuncia alla Procura L' ex socio di Riaz, di Fonzo, avrebbe presentato una denuncia alla Procura di Milano


MILANO - Digitando sul motore di ricerca Google «Mahmood Riaz Haji Barkat Ali» si scopre poco o nulla su chi sia: di origini pachistane, attivo nei servizi finanziari, a una lettura affrettata Riaz potrebbe apparire addirittura come una sorta di filantropo. Per le fonti dell' era moderna, come LinkedIn, pochi mesi fa ha fondato la FarmAll Technology che punta all' agricoltura biologica per combattere, meglio sarebbe dire speculare, sulla scarsità di cibo. Sul social network Riaz gode anche di 8 «raccomandazioni». Non tante, è vero, ma comunque più degli avvisi di stare alla larga, rimasti a quota zero. Solo frugando con maggiore tenacia emerge qualche indizio sospetto: la sua Gtl Trading con sede a Dubai nella Galleria Hyatt regency, come richiede la rappresentanza del miglior truffatore non ha l' autorizzazione a fare il broker negli Usa. E una mano anonima su uno sperduto blog lo ha battezzato il «Madoff arabo». Insomma, se anche oggi un risparmiatore dovesse usare il web per cercare notizie sulla credibilità di Riaz potrebbe anche trarne le conclusioni sbagliate affidando i propri risparmi a un uomo che, nella migliore delle ipotesi, è il protagonista di un crac da 26 milioni di euro, tutti appartenenti a 400 creditori italiani. La vicenda scoperta dal Corriere è complessa e non è facile seguire il tragitto di questi soldi partiti dall' Italia attraverso la società di Claudio di Fonzo, - la Gforex, nel frattempo in liquidazione - transitati in Svizzera, passati a Dubai nella Gtl Trading e scomparsi in un bunker inaccessibile delle Virgin Islands. Di certo c' è solo che non sono tornati indietro e che difficilmente lo faranno in futuro. L' incubo inizia una sera dello scorso maggio con un' e-mail di di Fonzo ai clienti della GForex per metterli al corrente «dell' improvviso e grave inadempimento della controparte di riferimento Global Tradewaves Ltd», la Gtl. Ma chi è di Fonzo? Sul suo curriculum non c' è nulla di particolare: marketing specialist alla Popolare di Lodi, poi analista all' Eni e infine a Enidata. Nel 2007-2008 il consulente decide di fare il salto e diventare "padroncino" con la GForex. Parallelamente, almeno in termini temporali, nasce a Dubai la Gtl che, grazie a un fantomatico algoritmo, permetterebbe di raccogliere tutte le quotazioni sui cambi da diverse piattaforme e banche, incrociandole. Insomma Riaz promette dei veloci e «proficui» arbitraggi giorno per giorno comprando e rivendendo le stesse monete su mercati diversi. E il 18 febbraio 2008 la GForex firma un accordo con la Gtl affidandogli anche i soldi dei propri clienti. Peraltro i due nel 2010 diventano soci d' affari nella Equis S.à r.l per investire insieme dal Lussemburgo. Qui c' è il primo mistero: di Fonzo scrive nero su bianco che i soldi sono stati affidati anche ad «altre controparti». Ma con la chiusura dell' accesso della Gtl non ha nulla da dare indietro ai propri clienti. Tanto che il 9 giugno, dopo aver tentato inutilmente di mediare con il pachistano e dopo averlo denunciato alla Procura di Milano, di Fonzo e gli altri due azionisti minori della GForex sono costretti a sciogliere la società (il 2010 si chiude con 17,7 milioni di perdita) nominando Francesco Vittorio Cavallucci quale liquidatore. Lo stesso collegio sottolinea i dubbi sulla concentrazione del denaro in un' unica società. Il tribunale ha affidato il dossier al curatore fallimentare Giorgio Zanetti. Nel frattempo fonti locali riferiscono di un Riaz che non solo non si presenta al giudice di Dubai ma circola libero lavorando alle nuove società sul cui scopo reale restano pochi dubbi. È possibile che la vicenda dei 400 italiani sia solo una fetta della torta gestita dalla Gtl: Riaz aveva altri clienti in altri Paesi e, sempre sul suo profilo su LinkedIn, compare anche una Gtl Tradeup australiana, peraltro attiva solo dal febbraio 2011, giusto un mese prima della chiusura dei rubinetti della Gtl di Dubai per «transitorie difficoltà finanziarie» come raccontato a di Fonzo dallo stesso pachistano. Insomma, sommando diverse truffe il conto potrebbe essere ben più altro dei 26 milioni solo italiani. Difficile capire quale possa essere la verità a questo punto, anche perché le indagini sono ancora all' inizio e il liquidatore sta raccogliendo le insinuazioni al passivo (c' è tempo fino a giovedì prossimo). Ma il trend fa pensare male: i rendimenti erano partiti subito con un +14%. Anche il 2009 e il 2010 erano stati proficui per i clienti. Poi, nel marzo scorso, i soldi erano svaniti. Ce n' è abbastanza per ipotizzare uno schema Ponzi. Il sito web di Gtl nel frattempo si scherma dietro un «lavori in corso». I 400 italiani con un investimento medio di 65 mila euro hanno scelto la strada della discrezione, confrontandosi su forum privati sul web, una scelta che di certo avvantaggia Riaz. La speranza è sempre l' ultima a morire. Ma con la crisi, purtroppo, i Madoff che vendono l' illusione di guadagni facili a due cifre sono solo destinati a moltiplicarsi. Massimo Sideri msideri@corriere.it RIPRODUZIONE RISERVATA **** Chi è Mahmood Riaz (foto) è un pachistano che opera e lavora a Dubai: la sua Gtl Trading, una piattaforma per speculare sulle differenze tra i tassi di cambio, ha bloccato a marzo 26 milioni della GForex, società del suo ex socio italiano, Claudio di Fonzo, che lavorava a nome di 400 risparmiatori italiani
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