lunedì 24 dicembre 2012

sabato 3 novembre 2012

Mahmood Riaz Haji Barkat Ali sui forum pakistani...



I went there coz I wanted to do CFA and thought that in this job I would have to do a lot of analysis but it turned out that no amount of analysis would be fruitful to predict the market and then i realized very soon that these people fool simple minded Pakistani people and there are absolutely no regulations in Pakistan who prevent any loss.

This business in Pakistan is pure mafia based. Gulrez Mir of "Harvest topworth international" is head of the mafia, and his dogs run "Enrichers", "Excel Financial Services" and others.

All these companies are sheer frauds. (Google for GTL Tradeup fraud. Its owner was a Pakistani who looted Italian people and now wanted by international agencies as the biggest money launderer; that guy is the papa of this business in all the Pakistan)

As soon as I realized this, I cursed myself; and that was a gross mistake to work over there. I left it only after two weeks and now I work somewhere else.


http://www.pakwheels.com/forums/non-wheels-discussions/200408-forex-trading-commodities-help

lunedì 22 ottobre 2012

Gforex e il Ponzi scheme



http://www.economiaweb.it/gforex-e-il-silenzio-dei-danneggiati/


Gforex e il silenzio dei danneggiati 

di

Una delle risparmiatrici tradite racconta a Economiaweb.it come funzionava il meccanismo della truffa e perché nessuno parla.
La signora Maria, una professionista 50enne di Milano che lavora nel campo della pubblicità, si fidava davvero a occhi chiusi. Per questo, un paio di anni fa, non ha esitato un attimo ad affidare una parte dei propri risparmi (qualche decina di migliaia di euro in tutto) a un caro amico promotore finanziario che le aveva consigliato di investire in GForex: la società specializzata nell’intermediazione sui cambi, finita in bancarotta nel 2011  e oggi al centro di uno scandalo che ha portato all’arresto dell’amministratore delegato, Claudio Di Fonzo.
GUADAGNI AL 4%. «All’inizio tutto sembrava funzionare alla perfezione»», dice con molta amarezza Maria che, per qualche mese, ricevette puntualmente i report che la direzione di GForex le inviava, per comunicarle i rendimenti del  suo portafoglio. I guadagni non erano affatto stellari, attorno al 4-4,5%. Ma alla risparmiatrice milanese «bastavano e avanzavano», visto che, fino a quel momento, lei aveva sempre investito in prodotti finanziari dal profilo assai rassicurante come i Bot o qualche conto di deposito.
Proprio per questa sua avversione alle perdite, Maria aveva scelto una linea di gestione che Di Fonzo e soci definivano a basso rischio e proponevano a non pochi clienti di GForex.
IL CRACK INATTESO. Nel 2011, però, l’incantesimo si è interrotto. Assieme ad altri 400 risparmiatori, la signora Maria ha scoperto che i suoi soldi erano ormai evaporati, finiti nelle mani di Mahmood Riaz e della sua Gtl Trading, il partner pakistano di GForex che, ha detta di Di Fonzo, si è impossessato indebitamente di tutte le somme di denaro inviategli dall’Italia. «In un primo momento ho creduto alla buona fede di Di Fonzo», dice ancora Maria, «anche perché il mio amico promotore era pronto a scommettere sulla sua correttezza professionale e mi rassicurava in continuazione sulla possibilità di un veloce recupero delle somme investite». Dopo qualche mese, però, la cliente di GForex si è resa conto che le cose non stavano affatto così. Ad aprirgli gli occhi, lo scorso anno, è stato un suo incontro personale con Di Fonzo, che si dichiarava vittima di Riaz ed era ancora disponibile a parlare con la clientela. «E’ lì che ho capito che i conti  non tornavano», aggiunge la risparmiatrice milanese, «quando ho scoperto che i rapporti tra il fondatore di GForex e il suo socio pakistano si erano incrinati da tempo, cioè dal  2010, molto prima che io effettuassi il mio ultimo investimento nelle gestioni sui cambi». Perché, si chiede Maria, Di Fonzo aveva tenuto i clienti all’oscuro di tutto e continuava a raccogliere soldi tra i risparmiatori?
PERCHE’ POCHE DENUNCE. «Mi sono sentita una stupida», continua  la professionista milanese, «e adesso mi sento anche umiliata, quando vengo a conoscenza degli assurdi sospetti che stanno circolando  sul conto dei clienti di GForex». Quasi nessuno, tra i risparmiatori rimasti rimasti ingabbiati in questa vicenda, ha infatti sporto regolare denuncia alle autorità giudiziarie, facendo crescere l’ipotesi di loro collusioni con la criminalità organizzata e con le attività di riciclaggio di denaro . «Robe dell’altro mondo» dice Maria, che dà una versione ben diversa dei fatti: «In realtà poche persone si sono rivolte alla magistratura perché hanno creduto ingenuamente alla versione di Di Fonzo, il quale aveva già sporto una denuncia personale contro Riaz e veniva sempre difeso a spada tratta da chi aveva un contatto diretto con i clienti, cioè dalla rete di promotori finanziari che lavoravano per la società».
CATENA DI SANT’ANTONIO. Era una rete ben strutturata quella messa in piedi da Di Fonzo e soci, e annoverava tra le proprie file non soltanto dei promotori regolarmente iscritti all’albo.
A un livello inferiore, operava infatti un piccolo esercito di segnalatori, cioè di persone che si limitavano a convincere amici e conoscenti a investire in GForex, senza apporre la propria firma su alcun contratto.
Tra quelle persone, a detta della signora Maria, c’erano anche molti clienti della stessa società, che ricevevano dei bonus in denaro per ogni risparmiatore segnalato con successo.
Ora questa specie di catena di Sant’Antonio si è spezzata ed è probabile, secondo la professionista milanese, che parecchi segnalatori abbiano rinunciato a sporgere denuncia proprio per il timore di vedersi imputare qualche responsabilità nel crack.

venerdì 19 ottobre 2012

Claudio di Fonzo agli arresti domiciliari



Da fonti bene informate,apprendiamo che a Claudio di Fonzo sono stati concessi gli arresti domiciliari

martedì 16 ottobre 2012

Gforex/Gtltrading dmcc:altre news

 

GFOREX E LA GTL DI RIAZ: L’ATTENZIONE SULLO SCACCHIERE SVIZZERO

 

Waseem Ashraf: il manager inglese di origine pachistane, amministratore e liquidatore della GTL svizzera. Collaboratore di spicco nell'entourage di Riaz.





Era l'HSBC la Banca svizzera su cui Riaz ed i suoi collaboratori hanno trasferito  i quasi trenta milioni di dollari dei risparmiatori italiani?

L’attenzione sempre crescente verso lo scandalo di GFOREX che ha privato dei propri risparmi 400 famiglie italiane si arricchisce ogni giorno di più di nuovi particolari.
Sono arrivate dalla Svizzera le conferme ad alcune indiscrezioni:   informazioni assai interessanti su una società della galassia di RIAZ che ha avuto una parte, riteniamo non secondaria, nello sfascio della GFOREX.
Ma andiamo per ordine.
Da fonti confidenziali vicine ai risparmiatori era emerso da tempo che Riaz aveva propri uomini di fiducia in Svizzera, fra i quali pare che vi fosse un certo STEPHEN HOWARTH un soggetto vicino all’ambiente bancario della HSBC. Costui avrebbe curato per conto di Riaz transazioni e trasferimenti di denaro all’estero in modo non proprio "regolare". 
Sempre in Svizzera aveva sede la GLOBAL TRADEWAVES S.A., una società iscritta nel registro delle imprese svizzero  dal 16/04/2007 e cancellata in data 06/06/2011, con sede in Meyrin del Cantone di Ginevra.
La cosa interessante di questa Società è che figura tra le firmatarie del famoso “accordo-prestito” dell’11/05/2010, di 20 milioni di dollari intercorso tra la GForex e Riaz. E’ tra le firmatarie, però, stranamente, non compare nel frontespizio del contratto.
Forse perché dal 14/08/2009 la società era in liquidazione! 
Dunque, Di Fonzo si è fidato di Riaz che ha fatto firmare l’accordo di prestito ad una società in liquidazione che, ovviamente, nulla poteva garantire e che, probabilmente, non poteva neanche firmare l’accordo né avallare il suo adempimento.
Ma Di Fonzo poteva essere così ingenuo da ignorare la circostanza che la GTL svizzera fosse in liquidazione? E che dal 07/10/2009 era scaduto il termine ufficiale per potere rivendicare i propri crediti dal liquidatore?
Evidentemente, c'è qualcosa che non quadra. Ed è qualcosa che Di Fonzo (se già non l'ha fatto) dovrà riferire ai magistrati.
La GTL svizzera era verosimilmente una società-ponte fiduciaria per le transazioni facenti capo a Riaz. Ed assai verosimilmente, pur nella stasi dell’attività dovuta alla liquidazione, la GTL svizzera disponeva di liquidità e di mezzi finanziari. 
Quanti? Come? Sono domande a cui per il momento non sappiamo rispondere.
La liquidazione, in un primo tempo, viene affidata allo studio legale degli avvocati Lecocq, con sede in Ginevra, Route de Frontenex n.42. Liquidatore è la persona di  Lecocq  Dominique.
Dal 29/04/2010, però, qualche giorno prima dell’accordo-prestito, la liquidazione della GTL svizzera, viene di colpo revocata a Lecocq ed affidata a WASSEEM ASHRAF, uno strano tipo di manager che opera prevalentemente in ambito finanziario sull’asse LONDRA-DUBAI, e che risulta conoscenza fidata di RIAZ e che si occupava sin dal 01/09/2008 della GTL svizzera come amministratore.
Il liquidatore Ashraf ha poteri di firma singola. E’ sua la firma in calce all’accordo-prestito di 20 milioni di dollari?
In prossimità della dichiarazione di  fallimento della GFOREX, la GTL svizzera, in persona del suo liquidatore, dichiara che la liquidazione è stata completata ed in data 06/06/2011 la Società viene cancellata dal registro del commercio.
Che ne dite?
Non è interessante che questa Società sia comparsa a fianco di Riaz per avallare l’accordo-prestito?
Ed i bilanci di questa Società… Non sarebbe interessante darci una sbirciatina? Così come ai suoi rapporti bancari?
Qualcosa di sicuro potrebbero saperne il sig. CORBI PAOLO o, piuttosto, FREY CHRISTIAN o anche lo stesso WASSEEM ASHRAF, consiglieri di amministrazione della disciolta GTL svizzera e quest’ultimo anche liquidatore.
Quali legami aveva realmente Di Fonzo e la GFOREX con la GTL svizzera?
Era da questa strana società con sede nel cantone ginevrino che i soldi degli italiani truffati hanno spiccato il volo verso Dubai o verso le Isole Vergini, magari con l'ausilio del sig. STEPHEN HOWARTH e della sua HSBC ?






Post tratto dal' seguente link:
http://www.thenational.ae/news/uae-news/italy-seeks-dubai-man-in-us-36m-fraud-case


Italy seeks Dubai man in US$36m fraud case


DUBAI // A local businessman is under investigation by Italian authorities in relation to a US$36 million fraud case in Milan.
Mahmood Riaz is the subject of an official inquiry, says the Guardia di Finanza, a law-enforcement agency that handles financial crimes.
His former business partner in Italy, Claudio di Fonzo, was recently arrested and charged with bankruptcy fraud.
An officer with the Guardia di Finanza said they did not know of Mr Riaz's whereabouts. "We are trying to find him," the officer said.
Mr Riaz, a Pakistani businessman, founded GTL Trading in Dubai. Through his lawyer in Italy, he declined to comment.
Reports on the case emerged late last year, when about 400 Italian investors who lost their life savings were searching for answers.
The investors had entrusted their money to Mr di Fonzo's company in Italy, Gforex, which is now bankrupt.
"I don't think I'm going to get my money back any more," said Rita La Rocca, 36, a mother in Sicily whose family lost more than €100,000 (Dh476,500).
"I think it's too long and too difficult. We're so far away."
A spokesman for Mr di Fonzo declined to comment this week.
Earlier, he said he sent the investors' money to a brokerage account he opened with Mr Riaz to trade on the foreign-exchange market.
Although GTL Trading is based in Dubai, Mr di Fonzo said he opened the account with a company Mr Riaz ran in Switzerland.
Mr di Fonzo claimed Mr Riaz siphoned money from the account and blocked his access to the trading platform.
Mr Riaz's lawyer in Italy, Matteo Cornali, denied the allegations, blaming the Gforex bankruptcy on mismanagement.
Mr Cornali said Mr Riaz worked closely with Gforex through a British Virgin Islands company called Global Tradewaves.
That company "did suffer market instabilities" in 2010, he said.
But at that point, Mr Riaz and Mr di Fonzo signed an agreement saying any money Global Tradewaves owed Gforex had been converted into a $20m (Dh73.4m) loan that was guaranteed by GTL Trading.
Mr Cornali said Global Tradewaves had repaid some money, but has been unable to repay the full amount because the agreement needed to be clarified.
The Guardia di Finanza announced Mr di Fonzo's arrest on September 25, calling the investigation "Operation Sender Box".
Investigators discovered an organised fraud in which more than $36m was collected from Italian clients, passed through foreign brokers and diverted, the Guardia di Finanza said.
In all, 36 people were cited "for various levels of improper exercise of financial activities" and six employees of two banks were reported for failing to observe due diligence.
Investigators also sequestered 522 asset-management contracts.
They asked for judicial assistance from the British Virgin Islands to confirm "the destination of illicit proceeds", the Guardia di Finanza said.
The case has been forwarded to the Milan prosecutor to launch an investigation.
"It's good news but I would like to have my money back, believe me," Ms La Rocca said. "I have family, I have two children. My husband works very hard."
Maria Bietolini, a communications consultant in Milan who lost €70,000, said she was cautiously optimistic.
"We are near but the problem is that everything is happening now in Italy," she said. "As you know, Riaz is not in Italy. Our money is not in Italy.
"So we need to have some pressure also on the international level to get more help from foreign institutions."
A woman who answered the phone at GTL Trading said Mr Riaz was out of the country.



venerdì 28 settembre 2012

Claudio di Fonzo arrestato.Mahmood Riaz ancora no



http://archiviostorico.corriere.it/2012/settembre/26/Gforex_crac_dei_cambi_tesoro_co_9_120926057.shtml

Gforex, il crac dei cambi Il tesoro scomparso a Dubai

L' inchiesta L' inchiesta della Procura di Milano: l' accusa di bancarotta. Tra i truffati ci sarebbero anche esponenti della criminalità Arrestato Di Fonzo, ricercato il socio pachistano Riaz

MILANO - Il copione secondo la Procura di Milano era quello di «Prendi i soldi e scappa». Uno dei due, Mahmood Riaz, per ora c' è riuscito. Per l' altro, Claudio Di Fonzo, sono scattate nei giorni scorsi le manette del comando provinciale milanese della Guardia di Finanza. La vicenda della Gforex e dei suoi resistibili rapporti con la Gtl Trading di Riaz - una Dubai connection che ha causato un buco da 26 milioni di euro ai danni di 400 risparmiatori italiani - era stata denunciata dal Corriere già nel dicembre scorso. «Le indagini - hanno fatto sapere le Fiamme gialle - hanno permesso di ricostruire un articolato meccanismo fraudolento, finalizzato alla raccolta del risparmio da numerosi clienti, collocati su tutto il territorio nazionale, attraverso la sottoscrizione di contratti di gestione in cambi e il conseguente conferimento delle somme di denaro da investire nel mercato dello scambio valute». La classica girandola passata dalla Svizzera, rimbalzata a Dubai e finita in un buco nero senza ritorno quale il conto presso la First International Carribean Bank di una società delle Virgin Islands. Una vera e propria Dubai connection. I due principali attori della vicenda, comunque, dopo quasi un anno vissuto navigando a vista, avevano iniziato a subodorare puzza di bruciato, questa volta a loro spese. Di Fonzo, 42 anni, un ex marketing specialist della Popolare di Lodi che nel 2007 aveva deciso di mettersi in proprio con la Gforex, aveva rilasciato un' intervista meno di un mese fa a economiaweb.it. Il contenuto? «Riaz si è appropriato indebitamente del denaro» e anche lui, Di Fonzo, altro non è che «una vittima». Non solo: scendendo in campo in propria difesa nei blog e nei forum animati dai 400 risparmiatori della Gforex messa in liquidazione il 9 giugno 2011, Di Fonzo aveva accusato Riaz di aver perpetrato una truffa simile ai danni di 700 suoi connazionali pakistani. Di questo e di altro ora dovrà parlarne con la magistratura. Da parte sua Riaz, attraverso il suo difensore italiano, aveva girato uguali accuse all' ex socio: «Il mio cliente crede che Gforex avesse fornito falsi documenti ai propri investitori commettendo una frode». Sempre tramite l' avvocato, Riaz aveva fatto poche settimane fa una richiesta alla Procura di un 335 (certificato di indagine preliminare) per sapere cosa bollisse in pentola. Peraltro in questi mesi non sembra essere rimasto con le mani in mano: dai nostri ultimi articoli Riaz ha riattivato il sito www.gtltrading.com di Dubai rendendolo più cool ed attrattivo anche se negli Emirati non può sostanzialmente più operare per la mancanza di certificati idonei. In questo momento, dopo il nulla di fatto delle indagini a Dubai, risulta operare in Australia. La Guardia di finanza dovrà eseguire l' ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti, anche se è difficile pensare che il fondatore della Gtl Trading possa pensare di fare un viaggio nel Belpaese di questi tempi. Meno che mai che sia disposto a venire a spiegare di persona come sarebbero andati i fatti. Ciò che rimane è solo la cronistoria di un incubo iniziato per i 400 spericolati risparmiatori una sera del maggio 2011 con un' email di Di Fonzo per metterli al corrente «dell' improvviso e grave inadempimento della controparte di riferimento Global Tradewaves Ltd». Da quel momento in poi ci sarà una sola certezza: dei 26 milioni di euro, affidati alla Gtl per lucrare guadagni a due cifre addirittura garantiti dai primi prodotti giocando con un fantomatico algoritmo che permetterebbe di spremere soldi dai cambi, non c' è traccia. Per la procura il denaro veniva dirottato sulle piattaforme di trading di Riaz per poi essere distratto «a vantaggio di ambedue i soci». Tanto che per adesso l' accusa è «solo» di bancarotta fraudolenta ma non di truffa. Mistero nel mistero: come mai dei 400 investitori solo 2-3 avrebbero sporto denuncia? In Procura c' è chi sospetta che tra i truffati ci possa essere qualche esponente della criminalità. Il che ci lascia con un interessante quesito: il criminale truffato ha eguali diritti? E un ulteriore dubbio: non si può tralasciare l' ipotesi che si tratti in parte di denaro da riciclare. Siamo solo agli inizi. msideri@corriere.it RIPRODUZIONE RISERVATA **** Sul «Corriere» La vicenda della GForex e la scomparsa dei 26 milioni di euro appartenenti a 400 investitori italiani erano stati oggetto di un' inchiesta del Corriere della Sera (nel riquadro la pagina del primo articolo) uscita a partire dal 9 dicembre del 2011. I rapporti tra Claudio Di Fonzo e Mahmood Riaz sono finiti in Procura e nei giorni scorsi sono scattate le manette per il gestore italiano. L' accusa anche per Riaz (che però non è in territorio italiano) è bancarotta fraudolenta
Sideri Massimo

giovedì 27 settembre 2012

finalmente arrestati!



http://affaritaliani.libero.it/milano/gforex-arrestati-i-veritici-per-bancarotta-fraudolenta250912.html

GForex, arrestati i vertici per bancarotta fraudolenta

Martedì, 25 settembre 2012 - 12:51:00
Arrestati Claudio Di Fonzo, fondatore e presidente della GForex, società di intermediazione valutaria dichiarata fallita l'anno scorso, e il consigliere del cda Mahmood Riaz. Sono accusati di bancarotta fraudolenta, per aver distratto fondi per oltre 36 milioni di dollari dal patrimonio della GForex, operante quale intermediario in cambi in mercati esteri non regolamentati. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa nei giorni scorsi dal giudice per le indagini preliminari Luigi Varanelli su richiesta dei pubblici ministeri Roberto Pellicano ed Elisa Moretti.
Le indagini della guardia di finanza hanno permesso di ricostruire un articolato meccanismo fraudolento, finalizzato alla raccolta del risparmio da numerosi clienti, collocati su tutto il territorio nazionale, attraverso la sottoscrizione di contratti di gestione in cambi e il conseguente conferimento delle somme di denaro da investire nel mercato dello scambio valute. I risparmi raccolti dalla clientela venivano fatti successivamente transitare su piattaforme informatiche messe a disposizione da broker esteri, da cui poi il denaro sarebbe stato distratto a favore dei due indagati. A quanto trapela, delle centinaia di risparmiatori frodati, solo in due o tre hanno sporto denuncia.

lunedì 10 settembre 2012

Claudio Di Fonzo,Mahmood Riaz...la truffa continua...





http://www.thenational.ae/news/uae-news/investors-to-sue-over-their-lost-life-savings#



AI // A local businessman has been accused of embezzling US$36 million (Dh132.2m) by a group of investors planning a class-action lawsuit in Italy.

The case is a complex financial puzzle that stretches from the British Virgin Islands through Europe to the UAE. The Italian investors do not know what happened, only that they lost their life savings.
"I feel that it won't come back, this money," said Paolo Pasquini, 44, a father from Tuscany who lost €50,000 (Dh230,000). "Nobody will help us."
The money was gathered from about 400 investors by Gforex, a company based in Milan before it went into bankruptcy.
The owner of Gforex, Claudio di Fonzo, said he sent the money to a brokerage account that he opened with MR, a Pakistani businessman based in Dubai, to trade on the foreign-exchange market.
"You give money to these companies in a way that you can buy and sell foreign-exchange transactions," Mr di Fonzo said. "You buy euro, you sell dollars. You try to gain."
He claimed MR siphoned money from the account and blocked his access to the trading platform.
MR's lawyer in Italy, Matteo Cornali, denied the allegation, blaming the Gforex bankruptcy on mismanagement.
"My client believes that Gforex has issued false statements to their investors, committed fraud in their bookkeeping and misinformed the Italian regulator," Mr Cornali said.
Reached by phone, MR said he was out of the country, had nothing to say and hung up.
The investors are caught in the middle of the accusations and counter-accusations.
"We are families, many of us," said Maria Bietolini, 51, a communications consultant from Milan who lost €70,000. "I'm working but many of the investors are retired people … they feel humiliated."
The Italians have split into groups seeking different solutions. Those organising the class action say they are suspicious of Gforex's role and want to sue Mr di Fonzo as well.
He says the story began in 2008, when he visited Dubai and met MR, with whom he decided to open a foreign-exchange trading account.
The Pakistani businessman's local company, GTL Trading, is licensed by the Dubai Multi Commodities Centre. But Mr di Fonzo said the account opened was with another of MR's companies, operating out of Switzerland.
In 2009, MR bought a third of Gforex, Mr di Fonzo said, but a year later the Pakistani businessman mentioned financial problems.
Mr di Fonzo said he asked for Gforex's money back and eventually received "some hundreds of thousands of euros".
"When you open an account with a broker your money is supposed to be segregated and you make operations with this money on the market," Mr di Fonzo said.
"We did this. We did not lose this money with our operations."
Gforex last met MR in spring last year, he said. "We were really at the end of our company business because we had to give back moneys to customers," Mr di Fonzo said.
"We had a final meeting in which we were saying, OK, we need to give our money back. And he was proposing to us what we believe was a big Ponzi scheme."
Gforex went into liquidation soon after.
Mr Cornali tells a different story. He said MR worked closely with Gforex through a British Virgin Islands company called Global Tradewaves.
Global Tradewaves "did suffer market instabilities" in 2010, Mr Cornali said.
But at that point, MR and Mr di Fonzo signed an agreement saying any money Global Tradewaves owed Gforex had been converted into a $20m loan, which GTL Trading in Dubai guaranteed.
Mr Cornali said Global Tradewaves repaid some money but the company had been unable to repay the full amount because the agreement needed to be clarified.
Gforex has not responded to attempts to renegotiate, he said.
A financial regulator based in the US said the international nature of the case will make it hard to resolve.
"You look at the finance sector, there's no such thing as a geographical boundary any more," said Joe Borg, chair of the international committee at the North American Securities Administrators Association.
"Unfortunately, when it comes to laws and prosecutions it's all local."
Some of the investors say they feel desperate. VL, 53, a journalist from Sicily, lost hundreds of thousands of euros invested in Gforex.
"[It was] the savings of three generations," he said. "My father, my mother, my granny, my whole family."
Others feel helpless. "We are very sad, believe me, because you know how life is hard," said Rita La Rocca, a housewife from Sicily whose family lost more than €100,000. "We hope and that's it."

domenica 5 agosto 2012

Gtl trading e Mahmood Riaz - Storia di una truffa



http://www.forexpeacearmy.com/forex-forum/scam-alerts-folder/17984-gtl-trading-dmcc.html

Claudio di Fonzo e la sua versione dei fatti



http://www.economiaweb.it/di-fonzo-le-mie-colpe-su-gforex/
                            

Di Fonzo: «Le mie colpe su Gforex»

di
Il fondatore della società fallita nel 2011: «Ho sbagliato a rivolgermi a Gtl».
Ammette di aver fatto molti errori, ma assicura di averli compiuti sempre  in piena buona fede e senza alcuna volontà fraudolenta. Così Claudio Di Fonzo, 42 anni, in questa intervista a Economiaweb.it replica alle molte accuse rivoltegli dagli ex-clienti di Gforex, la società da lui fondata e finita in bancarotta nel 2011, mandando in fumo una somma di circa 26milioni di euro appartenenti a 400 risparmiatori di tutta Italia.
Per Di Fonzo, quasi tutte le responsabilità in questa vicenda vanno imputate al suo ex-partner di Dubai: Mahmood Riaz, proprietario di Gtl Trading, una piattaforma per la negoziazione delle valute attraverso la quale il denaro dei clienti di Gforex è sparito dal giorno alla notte. (LA VICENDA GFOREX)
DOMANDA: Insomma, dottor Di Fonzo, tutta la colpa è di Riaz?
RISPOSTA: Gtl Trading si è impossessata di soldi che non erano di sua proprietà  ma appartenevano ai clienti di GForex. Erano somme di denaro segregate, come previsto da un contratto firmato nel 2009 dallo stesso Riaz. In altre parole, la nostra società è stata vittima di un’appropriazione indebita.
D: Lei davvero ritiene di non avere proprio nulla da rimproverarsi?
R: Non ho mai detto questo e ho sempre fatto autocritica sugli sviluppi che la vicenda di Gforex ha avuto. Purtroppo, però,  gli errori si riconoscono sempre dopo averli commessi. L’unica cosa che si può fare, in questi casi, è tentare di trovare un rimedio come ho fatto io, che sono stato il primo a denunciare Riaz per la sua condotta.
D: Quali errori ha commesso, di preciso?
R: Quello di essermi rivolto a una controparte poco affidabile come la Gtl Trading.
D: Come ha conosciuto Riaz e perché ha deciso di mettersi in affari con lui?
R: La Gtl Trading è stata selezionata dai miei gestori tra alcune società che, nel 2008, offrivano  buone condizioni commerciali e sembravano in grado di soddisfare le nostre esigenze. Di sicuro, l’immagine professionale di  Riaz  e i bilanci delle  sue aziende davano l’impressione che Gtl Trading fosse una realtà imprenditoriale molto solida. In quel periodo, non c’erano assolutamente  informazioni, dati  o semplici indiscrezioni che potessero creare per noi campanello d’allarme.
D: Veramente, in Italia c’è chi dice il contrario, cioè che fondatore di Gtl Trading fosse già da anni un personaggio molto discusso,  coinvolto in diverse vicende giudiziarie. Non è così?
R: Assolutamente no. Chi afferma queste cose, le dice soltanto oggi, dopo che  molte informazioni su Riaz sono finalmente venute a galla. Quando l’ho conosciuto io, il fondatore di Gtl Trading era un professionista stimato. Anche oggi, nonostante tutte le vicende che vedono protagonista,  Riaz gode di raccomandazioni esplicite da parte di professionisti di rilievo nel settore finanziario, attraverso pagine del social network Linkedin.
D: Ma c’era proprio bisogno di rivolgersi a un broker con sede a Dubai?
R: Su questo punto vorrei fare un po’ di chiarezza, viste le castronerie e le imprecisioni che ho letto in alcuni articoli di giornale. Noi non abbiamo operato direttamente con una società di Dubai. Ci siamo rivolti alla filiale svizzera del gruppo di Riaz. Si dice spesso che gli intermediari finanziari attivi nella Repubblica Elvetica sono soggetti a controlli rigidi e di rado possono mettere in atto operazioni fraudolente o scorrette. Evidentemente, le cose non stanno così. Ma vorrei aggiungere un altro particolare.
D: Quale?
R: La Gtl trading si appoggiava a gruppi bancari di primaria importanza come la sede di Ginevra della Hsbc che, a quanto pare, non si è accorta di nulla.
D: Quando  sono iniziate le prime “ruggini” tra lei il fondatore di Gtl Trading?
R: I primi attriti ci sono stati nell’anno 2010, ma la rottura definitiva di qualsiasi rapporto è avvenuta solamente nell’aprile del 2011, quando abbiamo constatato che Gforex non poteva ormai effettuare alcuna mediazione o trovare un accordo con la Gtl Trading.
D: Perché, allora, nel 2010 lei ha deciso di costituire una società lussemburghese per la gestione di un hedge fund, in cui Riaz figurava tra i soci promotori?
R: Innanzitutto, vorrei ricordare due cose. La mia quota nella società lussemburghese, che è nata nel febbraio del 2010,  era minoritaria e venne da me acquistata soltanto per creare delle sinergie tra questo nuovo fondo hedge e Gforex.  La  partecipazione di Riaz, invece, è stata molto breve ed è durata soltanto 3 mesi.
D: Poi, com’è andata a finire?
R: L’hedge fund lussemburghese, che era un progetto ideato già nel 2007 dai nostri gestori Alessandro Spinardi e Marco Duquette, non è mai diventato operativo. Le quote di Riaz sono state comunque rilevate dopo pochi mesi dallo stesso  Spinardi e ricollocate presso un investitore istituzionale inglese. Tutte le operazioni sono comunque avvenute nella massima trasparenza: la costituzione della società in Lussemburgo non era un fatto misterioso, ma  ben conosciuto anche da molti agenti della rete commerciale di Gforex.
D: Cosa fa adesso nella vita Claudio Di Fonzo?
R: Sono disoccupato, in attesa di trovare una nuova posizione sul mercato del lavoro.
D: Non sarà facile per lei, visto quello che è accaduto…
R: Lo so. Purtroppo anche lo scenario macroeconomico non è dei migliori  per chi sta cercando un’occupazione

http://www.economiaweb.it/gforex-le-vittime-pensano-alla-class-action/


Gforex, si pensa alla class action

di
In 400 hanno perso 26 milioni. Pensano di agire contro chi ha autorizzato l'operatore.
Circa 26 milioni di euro spariti nel nulla e 400 investitori italiani truffati, per una cifra che supera in media i 60mila euro a testa. Sono questi i numeri del crack della Gforex, società specializzata nell’intermediazione sui cambi, protagonista dell’ennesimo episodio di risparmio tradito. E’ una vicenda intricata, quella di Gforex  su cui non si riesce ancora  fare chiarezza, a oltre un anno di distanza dal fallimento della società.
DA MILANO A DUBAI. Né la magistratura, che sta indagando, né le stesse vittime del raggiro sono state infatti capaci  (almeno per adesso) di venire a capo dei complessi passaggi di denaro incanalatisi su diverse piste internazionali: da Milano alla Svizzera fino agli Emirati Arabi, per finire nelle tasche di Mahmood Riaz, uno strano personaggio di origine  pakistana che vive e lavora a Dubai. E’ proprio a Riaz e alla sua Gtl trading (una piattaforma per la negoziazione delle valute) che la Gforex  ha affidato negli anni scorsi il compito di eseguire le operazioni per conto dei propri clienti, i cui soldi venivano raccolti tramite una rete di promotori finanziari e poi investiti  in diverse gestioni sul mercato dei cambi (il Forex), con differenti profili di rischio. Lo scorso anno, però, in questo complesso meccanismo qualcosa si è inceppato: nel maggio del 2011, infatti la Gforex ha fatto sapere all’improvviso a tutti i clienti che i loro soldi  erano bloccati,  per problemi  con la controparte di Dubai, cioè la Gtl di Riaz, che aveva inibito l’accesso alla  propria piattaforma, senza però restituire un euro delle somme ricevute in gestione  dall’Italia.
L’INIZIO DEL CALVARIO. Da lì in poi, per 400 risparmiatori è iniziato un vero e proprio  calvario: in pochi mesi, Gforex è stata costretta a portare i libri in tribunale e a dichiarare fallimento mentre il fondatore della società, Claudio Di Fonzo (un manager con alle spalle qualche breve esperienza nella consulenza, presso Webegg,  e come addetto al marketing alla Popolare di Lodi) si è subito dichiarato vittima anche lui di un  raggiro. Le responsabilità del crack,  a detta Di Fonzo, sarebbero infatti tutte da imputare a Riaz che, tra l’altro, oggi continua a operare indisturbato a Dubai, con attività imprenditoriali abbastanza variegate,  che spaziano dalla finanza all’agricoltura. I clienti di Gforex, però, non sono affatto intenzionati a mollare la presa: rivogliono indietro i soldi anche se le loro speranze di affievoliscono ogni giorno che passa. Dopo essersi insinuati al passivo fallimentare della società e aver presentato diverse denunce alla procura di Milano,  ora i 400 risparmiatori finiti nella rete di Riaz chiedono  risposte concrete: «Dalla magistratura non abbiamo più avuto notizie», dice un cliente della società che risiede in provincia di Agrigento, «e non sappiamo a che punto si trovi l’eventuale rogatoria internazionale avviata per chiedere il conto a Riaz».
AFFARI IN LUSSEMBURGO. Tuttavia, i 400 risparmiatori traditi esigono  risposte anche da Di Fonzo che dice di essere stato raggirato  dal titolare della Gtl Trading,  pur essendo stato suo partner in affari.
Nel 2010, infatti, Di Fonzo  ha fondato assieme allo stesso Riaz  una società a responsabilità limitata in Lussemburgo: la Equis Sarl, che ha come oggetto sociale l’acquisizione di partecipazioni tramite fondi comuni di investimento specializzati.
Inoltre, dopo aver scritto anche al ministero degli esteri e a diversi parlamentari, adesso i clienti della Gforex non escludono neppure  di avviare una class action (un’azione giudiziaria collettiva) contro le autorità di vigilanza, che non avrebbero controllato adeguatamente le attività di Di Fonzo e soci. Gforex era infatti un intermediario regolarmente autorizzato dalla Banca d’Italia  a operare nella negoziazione delle valute.



Mahmood Riaz,il Madoff arabo


GForex, il «Madoff arabo» tenta la mediazione


(m.sid.) Si è fatto improvvisamente vivo Mahmood Riaz, il faccendiere pachistano già battezzato dalla rete il «Madoff arabo» che ha pensato bene di non restituire a 400 risparmiatori italiani 26 milioni di euro. Riaz, tramite i propri avvocati di Roma, ha fatto pervenire una proposta a Giorgio Zanetti, il curatore fallimentare della GForex, la società di intermediazione immobiliare fondata da Claudio di Fonzo che aveva gli italiani come clienti. I contenuti sarebbero poverissimi: una piccola quota in cash subito e una parte del resto diluita in 4-5 anni. È probabile che la mossa non porti a nulla visto che lo stesso curatore avrebbe considerato del tutto insoddisfacente la proposta. Anche se è possibile che si possa ora aprire una fase di trattative per vedere se ci sono margini negoziali per migliorare la proposta. Non è ancora del tutto chiaro quali dovrebbero essere gli impedimenti nel pagamento della Gtl Trading, la piattaforma di brokeraggio di Riaz, dove erano confluiti gli investimenti degli italiani. Il fatto che si tratti di un affare a Dubai che riguarda peraltro una società che gode della schermatura delle Virgin Island non aiuta. Ma ad aumentare la confusione ci sarebbe anche una spaccatura all' interno del nucleo dei 400 risparmiatori. Nella trattativa sarebbe infatti spuntata fuori un' altra società, la Maximum Group che a sua volta usava la GForex. E questo ramo avrebbe invece intenzione di trattare con Riaz. RIPRODUZIONE RISERVATA
http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/10/GForex_Madoff_arabo_tenta_mediazione_co_9_111210057.shtml
http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/17/Crac_Gforex_accuse_incrociate_tra_co_9_111217074.shtml

Crac Gforex, le accuse incrociate tra gli ex partner

Il passivo I 26 milioni dei 400 risparmiatori italiani


MILANO - Si stringe il cerchio intorno alla Gforex, la società italiana di Claudio Di Fonzo finita sotto la lente della Procura dopo il fallimento. Il curatore Giorgio Zanetti considera insoddisfacente l' offerta arrivata da Mahmood Riaz, amministratore delegato della Gtl Trading di Dubai. Ma di nuovo ci sarebbe che - diversamente da quanto dichiarato da Di Fonzo nella comunicazione dello scorso marzo ai 400 risparmiatori italiani creditori di circa 26 milioni di euro - le difficoltà della società sarebbero precedenti al 2011. È l' accusa di Riaz giunta attraverso i suoi avvocati. E, dunque, tutta da vagliare sia da Zanetti che dalla Procura. Secondo Riaz, infatti, un accordo di finanziamento tra lui e Di Fonzo (i due, oltre al rapporto tra la Gforex e la Gtl Bvi delle Isole Virgin, erano soci in una terza società lussemburghese) sarebbe stato tentato già nel corso del 2010. La Gtl Bvi era infatti incorsa in ingenti perdite già con la crisi dei titoli tossici del 2008. Rimane inoltre tutto da scoprire il ruolo e l' impatto della Crown Forex, una società basata in Svizzera finita in bancarotta nel corso del 2009. Potrebbe essere questo l' evento che avrebbe ipotecato senza più speranze il risparmio dei 400 italiani che proprio in questi giorni hanno presentato l' insinuazione al passivo della società. La Gforex operava con due differenti linee di gestione. La No-Risk Opportunity (in sostanza un ossimoro) che girava ai clienti rendimenti iniziali anche a due cifre e la First Class con rendimenti più bassi ma comunque notevolmente sopra alle normali remunerazioni di mercato. Maximum Group, promotrice dei prodotti Gforex, sta facendo da tramite tra alcuni ex investitori della società di Di Fonzo e le parti nell' auspicio che l' unica trattativa in corso gestita da Zanetti possa avere esito positivo. Le probabilità, ad oggi, appaiono purtroppo scarse. Massimo Sideri msideri@corriere.it RIPRODUZIONE RISERVATA
Sideri Massimo


la truffa Gforex-Gtl trading dmcc

 

26 milioni per 400 italiani

L' ipotesi di truffa della Gtl e il fallimento di GForex a Milano La denuncia alla Procura L' ex socio di Riaz, di Fonzo, avrebbe presentato una denuncia alla Procura di Milano


MILANO - Digitando sul motore di ricerca Google «Mahmood Riaz Haji Barkat Ali» si scopre poco o nulla su chi sia: di origini pachistane, attivo nei servizi finanziari, a una lettura affrettata Riaz potrebbe apparire addirittura come una sorta di filantropo. Per le fonti dell' era moderna, come LinkedIn, pochi mesi fa ha fondato la FarmAll Technology che punta all' agricoltura biologica per combattere, meglio sarebbe dire speculare, sulla scarsità di cibo. Sul social network Riaz gode anche di 8 «raccomandazioni». Non tante, è vero, ma comunque più degli avvisi di stare alla larga, rimasti a quota zero. Solo frugando con maggiore tenacia emerge qualche indizio sospetto: la sua Gtl Trading con sede a Dubai nella Galleria Hyatt regency, come richiede la rappresentanza del miglior truffatore non ha l' autorizzazione a fare il broker negli Usa. E una mano anonima su uno sperduto blog lo ha battezzato il «Madoff arabo». Insomma, se anche oggi un risparmiatore dovesse usare il web per cercare notizie sulla credibilità di Riaz potrebbe anche trarne le conclusioni sbagliate affidando i propri risparmi a un uomo che, nella migliore delle ipotesi, è il protagonista di un crac da 26 milioni di euro, tutti appartenenti a 400 creditori italiani. La vicenda scoperta dal Corriere è complessa e non è facile seguire il tragitto di questi soldi partiti dall' Italia attraverso la società di Claudio di Fonzo, - la Gforex, nel frattempo in liquidazione - transitati in Svizzera, passati a Dubai nella Gtl Trading e scomparsi in un bunker inaccessibile delle Virgin Islands. Di certo c' è solo che non sono tornati indietro e che difficilmente lo faranno in futuro. L' incubo inizia una sera dello scorso maggio con un' e-mail di di Fonzo ai clienti della GForex per metterli al corrente «dell' improvviso e grave inadempimento della controparte di riferimento Global Tradewaves Ltd», la Gtl. Ma chi è di Fonzo? Sul suo curriculum non c' è nulla di particolare: marketing specialist alla Popolare di Lodi, poi analista all' Eni e infine a Enidata. Nel 2007-2008 il consulente decide di fare il salto e diventare "padroncino" con la GForex. Parallelamente, almeno in termini temporali, nasce a Dubai la Gtl che, grazie a un fantomatico algoritmo, permetterebbe di raccogliere tutte le quotazioni sui cambi da diverse piattaforme e banche, incrociandole. Insomma Riaz promette dei veloci e «proficui» arbitraggi giorno per giorno comprando e rivendendo le stesse monete su mercati diversi. E il 18 febbraio 2008 la GForex firma un accordo con la Gtl affidandogli anche i soldi dei propri clienti. Peraltro i due nel 2010 diventano soci d' affari nella Equis S.à r.l per investire insieme dal Lussemburgo. Qui c' è il primo mistero: di Fonzo scrive nero su bianco che i soldi sono stati affidati anche ad «altre controparti». Ma con la chiusura dell' accesso della Gtl non ha nulla da dare indietro ai propri clienti. Tanto che il 9 giugno, dopo aver tentato inutilmente di mediare con il pachistano e dopo averlo denunciato alla Procura di Milano, di Fonzo e gli altri due azionisti minori della GForex sono costretti a sciogliere la società (il 2010 si chiude con 17,7 milioni di perdita) nominando Francesco Vittorio Cavallucci quale liquidatore. Lo stesso collegio sottolinea i dubbi sulla concentrazione del denaro in un' unica società. Il tribunale ha affidato il dossier al curatore fallimentare Giorgio Zanetti. Nel frattempo fonti locali riferiscono di un Riaz che non solo non si presenta al giudice di Dubai ma circola libero lavorando alle nuove società sul cui scopo reale restano pochi dubbi. È possibile che la vicenda dei 400 italiani sia solo una fetta della torta gestita dalla Gtl: Riaz aveva altri clienti in altri Paesi e, sempre sul suo profilo su LinkedIn, compare anche una Gtl Tradeup australiana, peraltro attiva solo dal febbraio 2011, giusto un mese prima della chiusura dei rubinetti della Gtl di Dubai per «transitorie difficoltà finanziarie» come raccontato a di Fonzo dallo stesso pachistano. Insomma, sommando diverse truffe il conto potrebbe essere ben più altro dei 26 milioni solo italiani. Difficile capire quale possa essere la verità a questo punto, anche perché le indagini sono ancora all' inizio e il liquidatore sta raccogliendo le insinuazioni al passivo (c' è tempo fino a giovedì prossimo). Ma il trend fa pensare male: i rendimenti erano partiti subito con un +14%. Anche il 2009 e il 2010 erano stati proficui per i clienti. Poi, nel marzo scorso, i soldi erano svaniti. Ce n' è abbastanza per ipotizzare uno schema Ponzi. Il sito web di Gtl nel frattempo si scherma dietro un «lavori in corso». I 400 italiani con un investimento medio di 65 mila euro hanno scelto la strada della discrezione, confrontandosi su forum privati sul web, una scelta che di certo avvantaggia Riaz. La speranza è sempre l' ultima a morire. Ma con la crisi, purtroppo, i Madoff che vendono l' illusione di guadagni facili a due cifre sono solo destinati a moltiplicarsi. Massimo Sideri msideri@corriere.it RIPRODUZIONE RISERVATA **** Chi è Mahmood Riaz (foto) è un pachistano che opera e lavora a Dubai: la sua Gtl Trading, una piattaforma per speculare sulle differenze tra i tassi di cambio, ha bloccato a marzo 26 milioni della GForex, società del suo ex socio italiano, Claudio di Fonzo, che lavorava a nome di 400 risparmiatori italiani
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